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Uil: Costo medio affitti a Lecce è di 470 euro al mese e incide per il 17,4% sul budget familiare

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LECCE Il costo medio del canone di affitto per un appartamento di 100 mq in Italia ammonta a 538 euro al mese e a Lecce-città si spende in media 470 euro, importo che risulta essere il più basso tra i capoluoghi di provincia pugliesi. A calcolarlo è uno studio sulle locazioni a cura della UIL – Servizio Lavoro, Coesione e Territorio, secondo cui la spesa complessiva annua per la locazione nel capoluogo salentino tocca mediamente i 5.640 euro, andando a incidere per il 17,4% sul budget familiare; a Taranto incide per il 20,1% (543 euro mensili); a Brindisi per il 20,9% (565 euro); a Bari per il 25,4% (685 euro); a Foggia per il 18,3% (493 euro mensili).

A livello nazionale, la spesa complessiva annua per la locazione tocca i 6.450 euro e incide per il 19,9% sul budget familiare.

Lo studio UIL rileva che nel nostro Paese il 20,5% delle famiglie (5,2 milioni) vive in affitto.Sono quelle di più “recente costituzione” che hanno una casa in affitto (il 47,8% del totale), ed il 39,9% delle giovani coppie senza figli.

L’incidenza del costo del canone è definita in base al rapporto Bankitalia sui bilanci dei nuclei familiari mentre il suo valore è calcolato elaborando i valori medi delle locazioni dell’Agenzia delle Entrate in riferimento a un appartamento da 100 metri quadrati, accatastato come abitazione civile (A/2) ed economica (A/3), ubicato in zona semi-centrale delle città capoluogo di provincia.

I canoni di locazione variano da città a città e per ubicazione geografica: si parte dai 1.415 euro mensili di Roma ai 218 euro di Caltanissetta. Nella Capitale il canone di affitto incide per il 52,4% sul budget familiare; a Milano per il 50,3% (1.358 euro mensili); a Bologna per il 34,3% (925 euro mensili); a Firenze per il 33,7% (910 euro mensili); a Como per il 31% (838 euro mensili).

Maglia nera alla Toscana: sul podio delle prime 10 città con i canoni di locazione più alti spiccano ben 4 capoluoghi ubicati in questa regione (Firenze, Pisa, Prato e Carrara).

Le case affittate senza ricorrere alla cedolare secca sono anche esposte alla rivalutazione del costo della vita.Secondo l’ultimo indice FOI (prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati), pubblicato dall’Istat, l’aumento consolidato ad agosto è dell’8,1%: pertanto, su un affitto medio di 538 euro mensili si prospetta un aumento di 32,70 euro mensili (392 euro annui).

“Con un quadro del genere – commenta Mauro Fioretti, coordinatore provinciale UIL Lecce – è chiaro che si pone il tema dei costi dell’abitare e non solo per gli aumenti delle bollette, ma anche in riferimento al caro-affitti. È urgente adeguare i salari e le pensioni al costo reale della vita. Per questo la UIL chiede al nuovo Governo di rimettere al centro del dibattito politico il tema della casa, che durante la campagna elettorale è stato dimenticato, e di affrontare con rapidità l’emergenza-sfratti. Al contempo chiediamo di introdurre risorse sufficienti per un piano di medio e lungo periodo in grado di incrementare in modo consistente gli alloggi di edilizia residenziale pubblica e di aumentare sensibilmente le risorse del fondo per il sostegno agli affitti e per la morosità incolpevole”.