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Presentato a Surbo il murale “Renata Fonte di vita”

E’ stato presentato, alla presenza dell’artista Chekos e delle figlie di Renata Fonte, Sabrina e Viviana Matrangola, il murale intitolato “Renata Fonte di vita”.

Alla presenza di tante autorità, che hanno risposto presenti all’invito rivolto dalla presidente dell’associazione di promozione sociale “La Svolta”, nonché consigliere comunale Martina Gentile, è stato simbolicamente tagliato un nastro rosso davanti all’opera, sulle note dell’inno di Mameli, eseguito dai giovani musicisti della Wave Music band.

Hanno rivolto un saluto ai presenti il sindaco di Surbo Oronzo Trio, il vicepresidente della Provincia di Lecce, Antonio Leo, la presidente del Consiglio della Regione Puglia Loredana Capone e la Presidente del Consiglio dell’Unione dei Comuni del Nord Salento, Annamaria Capodieci. Non è mancata Sandra Zappatore, direttrice di Arca Sud, immancabilmente presente ad ogni iniziativa che in questi mesi abbia preso forma presso le cosiddette “Case gialle” di via F.lli Trio a Surbo, dove l’area esterna, un tempo trascurata e malridotta è diventata un giardino condominiale, con alberature, tavolini di legno, barbecue e area giochi, grazie alla collaborazione con la cooperativa Maieutica e con l’innovatore Roberto Paladini, creando i presupposti per avviare un’opera di riqualificazione che i residenti delle palazzine di proprietà di Arca Sud attendono da tempo. Moderatrice dell’incontro Laura Alemanno, già amministratrice del Comune di Copertino, attivatasi nella gestione di beni confiscati alle mafie.

“Ero molto emozionata. – commenta Martina Gentile, presidente dell’associazione La Svolta e consigliera comunale – L’idea che le figlie di Renata Fonte fossero presenti ha creato in me un’emozione acuta. Quando, alla fine del primo progetto, che ha portato alla realizzazione dell’area a verde e del parco giochi, abbiamo pensato di continuare il laboratorio di arti urbane avviato con i ragazzi delle scuole per realizzare un grande murale, non ho avuto alcuna esitazione nella scelta del volto da far riprodurre su questa enorme parete. Chekos ha accolto la proposta con slancio e ha dato forma a questo murale incredibilmente significativo, bello nelle forme, ma anche nella sostanza. Renata Fonte è per me un modello ispirativo, non soltanto per la rettitudine morale che la portò a non fare sconti, salvando di fatto e preservando per sempre Porto Selvaggio, ma anche perché pioniera della presenza femminile in politica, condannata alla solitudine per aver toccato interessi economici e criminali e infine uccisa. Oggi, se non si rischia più la vita quando si toccano determinati poteri o tentativi speculativi, si è comunque spesso lasciati soli, quando non addirittura osteggiati, calunniati ed emarginati: lo dico anche avendo vissuto le conseguenze politiche delle mie scelte. Il volto di Renata deve essere da monito per tutti, per ricordarci che la bellezza va preservata ogni giorno o ricostruita strappando un angolo al degrado dove serve, perché solo condividendola essa può diventare un faro di speranza. Il momento per me più emozionante è stato il taglio del nastro affidato alla nipote di Renata Fonte, Sveva Renè: a soli dieci anni ha ben chiaro il senso del valore del sacrificio della nonna ed è stato come passare a lei il testimone della memoria, perché come ricordava Viviana Matrangola, la memoria ha valore solo se viva e capace di realizzare.”