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Lascito testamentario: di cosa si tratta e perché farlo

Il lascito testamentario è uno strumento ancora poco conosciuto, tuttavia è molto prezioso per aiutare persone bisognose e portare avanti cause importanti anche dopo la propria scomparsa.

Attraverso un lascito testamentario, infatti, è possibile dare un aiuto concreto a quelle associazioni no profit che ogni giorno si prendono cura dei bisognosi, come ad esempio Medici senza Frontiere.

Fare questo gesto è molto semplice e, diversamente da come si potrebbe pensare, non è necessario lasciare cifre elevate: anche un piccolo contributo può fare la differenza.

Perché fare un lascito testamentario?

Scegliere di fare un lascito testamentario può dipendere da molteplici ragioni.

Ad esempio, il lascito testamentario può avere un significato profondo, ovvero garantire che le proprie volontà vengano rispettate anche dopo la morte, poiché si tratta di uno strumento che garantisce in maniera chiara e vincolante come deve essere distribuito il patrimonio, assicurandosi che venga gestito nel migliore di modi.

Inoltre, questo gesto offre l’opportunità di trasmettere i propri valori anche in seguito alla propria scomparsa, supportando cause benefiche e organizzazioni che riflettono determinati principi.

In poche parole, un lascito testamentario permette di lasciare un’impronta positiva nel mondo, contribuendo a migliorare le condizioni di vita di persone bisognose.

Cosa inserire nel lascito testamentario?

Quando si parla di lascito testamentario normalmente si pensa subito a una somma di denaro che il testatore lascia a un ente di beneficenza. In realtà, non è proprio così. Il lascito testamentario, infatti, può avere per oggetto non solo il denaro ma anche:

  • Beni immobili: è possibile destinare agli enti no profit appartamenti, terreni, ecc. Questi enti possono utilizzarli direttamente per realizzare degli alloggi per le persone bisognose, oppure venderli e utilizzarne i proventi;
  • Investimenti: nei lasciti testamentari si possono inserire anche titoli, fondi di investimenti, azioni societarie ecc. Questi strumenti possono generare reddito attraverso interessi o dividendi, ed offrire un supporto a lungo termine alle cause delle Onlus;
  • Beni mobili: oltre ai beni immobili, si possono lasciare agli enti benefici anche alcuni beni mobili di valore, come opere d’arte, complementi d’arredo, ecc.;
  • Polizza vita: È possibile designare una ONLUS come beneficiaria di un’assicurazione sulla vita, sia al momento della stipula del contratto che successivamente, nel testamento oppure con una nota alla polizza stessa. L’importo corrisposto dalla compagnia assicurativa al momento del decesso del titolare della polizza non fa parte dell’eredità e non viene considerato per determinare la quota spettante agli eredi.

Chiaramente il denaro è l’oggetto più comune perché non vincola in nessun modo gli enti che lo ricevono, ma ciò non significa che non è possibile lasciare altro.

Come fare un lascito testamentario

Fare un lascito testamentario è molto semplice. La prima cosa da fare, ovviamente, è redigere un testamento che sia valido ed efficace.

Pertanto, è necessario optare per una delle diverse forme testamentarie previste dalla legge, ovvero:

  • Testamento olografo: scheda testamentaria scritta, datata e sottoscritta direttamente dal testatore utilizzando la propria grafia abituale;
  • Testamento pubblico: testamento ricevuto dal Notaio alla presenza dei testimoni come previsto dalla legge. Tale testamento viene redatto materialmente dal Notaio che traduce per iscritto le ultime volontà del testatore;
  • Testamento segreto: trattasi di una forma testamentaria ormai in disuso perché impone l’osservanza di obblighi formali stringenti. In sintesi, è necessario scrivere un testamento su un foglio di carta, sigillarlo osservando le formalità previste dalla legge e consegnarlo, alla presenza di due testimoni, ad un Notaio.

Dopo aver optato per una di queste forme di testamento, sarà possibile prevedere al suo interno un lascito testamentario. Quest’ultimo può essere tanto una disposizione a titolo particolare, come ad esempio un legato (ed è certamente l’ipotesi tradizionale) oppure, una istituzione a titolo d’erede in favore dell’ente solidale (più rara rispetto alla prima).