LECCE – E’ rimasto spiazzato il 24enne Giuseppe Moscara quando i carabinieri si sono presentati, ieri sera, alla sua porta mentre si preparava ad uscire con la famiglia. Un effetto “sorpresa” quello sfruttato dai carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo che hanno agito di concerto con i colleghi della Compagnia di Casarano e in più il supporto di uno squadrone dei Cacciatori di Puglia e di due unità cinofile di Modugno. A coordinarli il Procuratore della Repubblica Leonardo Leone De Castris, l’aggiunto Guglielmo Cataldi, i sostituti Massimiliano Carducci e Maria Vallefuoco.
Gli investigatori ritengono che il giovane di Casarano, diventato padre da pochi mesi, sia affiliato al clan Montedoro: sarebbe proprio lui l’autore del tentato omicidio, perpetrato con modalità tipiche mafiose, di Antonio Amin Afendi, 28enne astro nascente del clan rivale Potenza, raggiunto da colpi d’arma da fuoco la sera del 25 ottobre scorso.
Un fatto efferato maturato, pare, nell’ambito dei contrasti tra frange opposte della criminalità organizzata per il controllo del territorio di Casarano e, in particolare, del traffico di stupefacenti, a seguito della disarticolazione del clan Montedoro e dell’assassinio del boss Augustino Potenza, avvenuto tre anni fa, alla cui vedova la vittima dell’agguato risulta sentimentalmente legata.
Ad inchiodare il 24enne gli accertamenti tecnologici effettuati sulle immagini riprese dalla telecamere del supermercato che inquadravano proprio l’autovettura di Afendi, parcheggiata su via Manzoni, raggiunta dall’uomo poco prima che gli venissero scaricati contro almeno dieci colpi di kalashnikov e uno da un fucile a pallettoni.
Il fermo di ieri sera rappresenta una risposta “pronta e immediata” da parte dell’Arma – in sinergia con la Procura antimafia e grazie anche alla collaborazione efficace della popolazione – al tentato omicidio, come evidenziato dai carabinieri nella conferenza stampa odierna al Comando provinciale di via Lupiae.
Considerati i precedenti penali nonché il pericolo di fuga, per il 24enne è stata disposta la custodia cautelare in carcere. Nel frattempo, proseguono le indagini e le perquisizioni, volte sia ad accertare e individuare un eventuale complice di Moscara, sia a scovare armi e droga. “Ritengo eccessivo parlare di allarme”, ha evidenziato il colonnello Paolo Dembech, comandante provinciale dei carabinieri. A suo avviso è opportuno, invece, sottolineare l’esistenza di un quadro “per cui è necessario continuare a tenere alta la guardia”.
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