LECCE – Violenze, insulti, atti persecutori, minacce anche con l’uso di armi, maltrattamenti, inseguimenti a tutta velocità capaci di mettere a rischio la vita. Questo è quanto sono state costrette a subire due donne, vittime entrambe della brutalità e della bestialità di mariti o ex compagni, che ora, a distanza di tempo, hanno l’opportunità di muovere i primi passi verso la fine del terribile incubo vissuto ad occhi aperti, che hanno dovuto affrontare e che in alcuni casi hanno coinvolto anche i figli minorenni.
In queste ore sono state notificate ai responsabili di queste terribili condotte le misure cautelari di divieto di avvicinamento alla ex ed ai suoi familiari, in un caso, e di obbligo di allontanamento dall’abitazione familiare e dai luoghi frequentati dalla moglie, emesse dal gip di Lecce sulla base dei risultati investigativi presentati dagli agenti della squadra mobile della sezione specializzata in reati commessi contro la persona.
La prima indagine ha avuto inizio dalla denuncia della vittima, costretta a subire continui messaggi denigratori e minaccio pedinamenti da parte del suo ex che non accettava la fine della loro relazione. A testimoniare questo suo rifiuto anche il fatto che di continuo le avrebbe intimato di ritornare con lui, minacciandola che se non l’avesse fatto se la sarebbe presa con i suoi familiari. L’uomo, oltre a perseguitarla, avrebbe preteso anche la restituzione di alcune somme di denaro.
I pedinamenti e le molestie nei confronti della ex l’avrebbero anche spinto ad inseguirla per strada mentre era in auto, arrivando anche a mettere a repentaglio la sua vita con una guida pericolosa. Lo stalker, tra l’altro, non era nuovo a questi atteggiamenti. In passato aveva riservato lo stesso trattamento ad un’altra donna con cui era stato legato sentimentalmente, per il quale aveva incassato un’altra denuncia. Proprio alla luce della condotta molesta e persecutoria recidiva, il gip di Lecce, sulla scorta delle indagini svolte dai poliziotti e della richiesta avanzata dal pm, ha emesso nei confronti dell’indagato la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla ex compagna ed ai suoi familiari.
Al centro della seconda indagine realizzata dagli agenti della squadra mobile vi è una complessa vicenda familiare lunga due anni. In questo periodo di tempo, secondo quanto appurato dagli investigatori, l’indagato, anche davanti ai figli minori e di frequente in stato di ubriachezza e sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, avrebbe riservato violenze di ogni genere, minacce di morte e atti denigratori nei confronti della moglie convivente. In alcuni casi l’uomo, in preda all’ira, avrebbe anche utilizzato una pistola per minacciare la vittima, che è stata ritirata in via cautelare dai poliziotti per impedirgli l’ulteriore utilizzo.
La moglie, però, era succube a 360 gradi della prevaricazione del suo aguzzino che la assoggettava anche con vessazioni psicologiche. Tant’è che in un’occasione la donna ha anche ritirato la querela presentata contro di lui, su sua costrizione. Oltre a subire le continue violenze, fisiche e psicologiche, la donna sarebbe stata anche morbosamente controllata dal marito. Secondo gli investigatori, infatti, l’uomo, oltre a pedinarla attraverso l’ausilio di strumenti di localizzazione elettronica, avrebbe anche captato le sue conversazioni attraverso una microspia collocata nel suo vestiario.
Questa terribile realtà emersa dalle indagini ha fatto sì che il gip, con una misura cautelare emessa su richiesta del Pubblico Ministero, imponesse all’uomo di allontanarsi dall’abitazione familiare e di non avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla moglie.